La Cattedrale

Dentro le mura del borgo vecchio di Termoli, le casette dei pescatori lasciano poco spazio alle stradine strette e attorcigliate, come si conviene a una cittadella fortificata che subiva l’assalto dei Turchi (e altri invasori) e doveva fare di ogni angolo un punto di difesa e di ogni strettoia un mortale agguato. Fra scorci incantevoli e sprazzi di mare che guizzano sullo sfondo di un vicoletto, di tanto in tanto si schiudono piccole e graziose piazzette. Inaspettata come una sorpresa, nel borgo antico si apre una piazza ampia, recintata da case basse colorate di bianco e d’ocra; si respira un’aria mediterranea sospesa, profumata di buganvillea e odorosa di caffè appena fatto; il porto, a un tiro di pietra, è gremito di colorate barche dondolanti. Verrebbe voglia di sedersi per terra, la schiena appoggiata contro un muro, lasciando che quel tempo e quell’atmosfera non passino mai. La cattedrale di San Basso di Termoli è in un angolo della piazza: meraviglioso esempio di stile romanico-pugliese. Il duomo sta lì da oltre ottocento anni, ancora prima c’era nello stesso posto un’altra cattedrale piena di mosaici forse costruita sulle rovine di un tempio romano di cui più nulla si è mai trovato. Per otto secoli ha resistito a ogni genere di violenze e adesso lì, una bellezza di pietra nonostante il tempo trascorso. Uno splendore è la facciata, mossa da arcate a ghiera, capitelli scolpiti e bifore cieche diversamente merlettate che in origine accoglievano statuine, due delle quali resistono al loro posto. Delle altre due, che facevano la guardia al portale e alla lunetta sovrastante il portale, è sopravvissuta quella di San Basso, patrono di Termoli; sulla colonna opposta svettava il compatrono San Timoteo, ma un brutto giorno del 1948 la statua barcollò e cadde, miracolosamente senza rompersi, ma non fu rimessa al suo posto, passarono gli anni e l’antichissima statua non fu più trovata. La facciata inferiore della cattedrale (quella sovrastante crollò nel terremoto del 1456 e in seguito fu rifatta) è attribuita a mastro Alfano da Termoli, ma ultimamente la cosa viene messa in dubbio confrontando questa facciata con le altre eseguite dal famoso architetto. Il portale con arco a tutto sesto è al centro di una fascia mediana distinta da una doppia serie di archetti. Quella inferiore corona bifore cieche. In alto il rosone. Sulle fiancate si ripete la divisione con archetti e lesene. Il portale presenta una lunetta decorata con sculture che pongono qualche problema di datazione in quanto non in linea con quelle che compongono il corpus romanico regionale dello stesso periodo.